Gli Attivisti del MeetUp "il Grillo di Castelbuono vogliono condividere il pensiero dell'attivista Luca Boccalatte che ha stilato dei punti di vista oggettivi e a tratti tecnici ma molto utili a farsi un idea sull'importanza del Referendum del 17 Aprile 2016.
MeetUp il Grillo di Castelbuono
1.
La SITUAZIONE su GAIA e l’imprescindibile onestà intellettuale
Secondo
l’”IPOTESI
GAIA” (dal nome
dell’omonima divinità greca, significa “Pianeta Vivente”),
teoria olistica elaborata da James Lovelok nel 1979:
gli
OCEANI,
i MARI,
l’ATMOSFERA,
la CROSTA TERRESTE
e tutte le altre componenti GEOFISICHE
del pianeta Terra, si MANTENGONO IN CONDIZIONI IDONEE ALLA PRESENZA
DELLA VITA SULLA TERRA PROPRIO GRAZIE AL COMPORTAMENTO E ALL’AZIONE
DEGLI ORGANISMI VIVENTI
(ANIMALI E VEGETALI).
L’insieme
di tutti gli organismi viventi determinerebbe un “setting” di
alcuni parametri fondamentali per la vita, quali:
- TEMPERATURA
- STATO DI OSSIDAZIONE
- ACIDITA’
- SALINITA’
- ALTRI PARAM. FISICO-CHIMICI DI BASE
Che in
si mantengono a VALORI COSTANTI (OMEOSTASI)
proprio grazie al “feedback” autonomo e inconsapevole degli
esseri viventi che il pianeta ospita.
Vi
sarebbe dunque un fondamentale STATO DI EQUILIBRIO,
dei valori assunti da questo insieme di parametri, alla
base della VITA SULLA TERRA.
Purtroppo
un fattore certamente “perturbante” di tale equilibri è
rappresentato da:
- EFFETTI DELLE ATTIVITA’ DELL’UOMO
- AMBIENTE COSTRUITO DALL’UOMO
Elementi
“antropici” dunque, che non
fanno parte di Gaia, ma
INTERAGISCONO FORTEMENTE CON ESSA, MODIFICANDO
I FATTORI LIMITANTI CHE
STABILISCONO I LIMITI INFERIORI E SUPERIORI DELLA VITA (temperatura,
composti chimici ecc.).
Come si
vede, l’inquinamento di origine antropico di GAIA non sarà
mai un problema per il PIANETA,
ma lo sarà per la VITA
SULLA TERRA, ANCHE QUELLA DELL’UOMO.
Perché
dire tutto ciò? Perché ora siamo di fronte ad un problema: GAIA
HA LA FEBBRE!
Ormai
non ci cono più ambientalisti scettici: SIAMO
DI FRONTE AD UN CAMBIAMENTO CLIMATICO PLANETARIO INDOTTO
DALLE NOSTRE ATTIVITA’.
Per
essere obiettivi è sempre importante indagare le relazioni
tra EFFETTO e CAUSA.
Quando
si tratta di fenomeni complessi (va ricordato che l’Anidride
Carbonica non è il solo
gas climalterante ad effetto serra, vi è anche il Metano
e molti altri), la causa QUASI
MAI E’ UNA SOLA, ma
vi sono PIU’ CAUSE
che concorrono all’effetto osservato (concause).
Nell’era
dell’inganno e della manipolazione dell’informazione destinata
alle masse, si tende qualche volta a puntare il dito contro una CAUSA
MINORE, perché quella MAGGIORE a volte è troppo “scomoda
da affrontare”.
Secondo
alcuni studi, l’APPORTO
COMPLESSIVO al cambiamento
climatico (emissione gas
serra) da parte delle
ATTIVITA’ UMANE vedrebbe un RUOLO PREDOMINANTE da parte degli
ALLEVAMENTI INTENSIVI DI
ANIMALI.
Esistono
studiosi che affermano che SE ANCHE NOI SMETTESSIMO IMMEDIATAMENTE DI
UTILIZZARE COMBUSTIBILI FOSSILI nelle nostre attività, quasi
certamente NON RIUSCIREMO
A CONTENERE L’AUMENTO DELLA TEMPERATURA MEDIA MONDIALE AL DI SOTTO
DEI 2°C vedasi accordo Parigi 2015 (Uno
dei punti dell’accordo: il rialzo della temperatura – rispetto ai
valori dell’era preindustriale, va contenuto ben al di sotto dei
2°, sforzandosi di fermarsi a +1,5°. Per centrare questo obiettivo
le emissioni devono smettere di crescere subito e iniziare a calare
dal 2020),
SENZA INTERVENIRE
SIGNIFICATIVAMENTE ANCHE SULLA NOSTRA DIETA
(degli abitanti dei Paesi Occidentali), in particolare SUL NOSTRO
CONSUMO DI CARNE,
con particolare riferimento a quella proveniente da ALLEVAMENTI
INTENSIVI.
Questo
argomento, che merita una trattazione separata, è importante in un
contesto come quello delle nostro territorio, nel quale si sta
lavorando per un PIANO DEL
CIBO DELLE MADONIE, e alla
definizione di una strategia di valorizzazione di una FILIERA
DELLE CARNI MADONITA che
si caratterizza, invece, proprio per un ALTO
LIVELLO DI SOSTENIBILITA’.
Ciò detto resta il fatto che,
comunque, L’IMPIEGO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI (peraltro secondo
molti studi ormai IN VIA DI ESAURIMENTO) RIMANE
TRA LE CAUSE PRINCIPALI DELL’EMISSIONE DI GAS SERRA.
GAIA è
una palla costituita da una massa rovente e liquida ricoperta da un
crosta di spessore pari all’1,1% dello spessore complessivo (70Km
spessore crosta, 6.380Km al Nucleo Terrestre).
Una
specie di arancina che ruota attorno al sole.
Nell’ambito
di questo sottile strato solido, sono rimaste intrappolate
antichissime foreste che per effetto del tempo, delle pressioni e
delle temperature hanno visto trasformarsi le enormi masse di
Carbonio Organico di cui erano fatte, dando origine a GIACIMENTI
DI CARRBONIO FOSSILE
(carbone, pertrolio, gas naturale, ecc.).
GAIA
aveva raggiunto un suo equilibrio, una sua OMEOSTASI favorevole alla
vita, che partiva dall’assunto che ormai quel carbonio fosse
intrappolato per sempre
al di sotto della superficie terrestre (o comunque che non
venisse riportato alla luce e trasformato in CO2 ai
ritmi attuali).
Estrarre
ed utilizzare questo carbonio fossile, con questi ritmi, determina lo
sprigionarsi di una quantità enorme di CO2 che GAIA
non è più in grado di “metabolizzare”,
tanto più che l’uomo agendo anche attraverso LA DEFORESTAZIONE,
limita fortemente la capacità di GAIA di “fissare la CO2”
facendo fare al Carbonio “la strada inversa” (da CO2 a Carbonio
Organico).
NON
ABBIAMO DUNQUE SCELTA: PER
FARE TUTTO CIO’ CHE E’ IN NOSTRO POTERE PER FERMARE LA FEBBRE DI
GAIA, DOBBIAMO NECESSARIAMENTE SMETTERE DI ESTRARRE ED UTILIZZARE I
COMBUSTIBILI FOSSILI.
Per non
parlare dell’unico atteggiamento veramente lungimirante, quello
dettato dal fatto che essi, comunque, prima o poi finiranno o stanno
già esaurendosi (non
si spiegherebbe altrimenti il fatto che ad Abu Dhabi negli Emirati
Arabi Uniti, in uno dei paesi maggiori produttori di petrolio al
mondo sia nata la città di Masdar
http://www.masdar.ae/en/masdar-city/live-work-play).
A
questo punto l’obiezione classica è “SI MA, SERVE
UN MODELLO ALTERNATIVO”.
Propongo
la lettura del documento allegato “E
COSI’ NACQUE IN SPAGNA L’ELEFANTE BIANCO”,
che parla della storia dell’isola di El Hierro, nell’arcipelago
delle Canarie.
E come
rispondiamo in Sicilia a questo genere di iniziative? A FAVIGNANA,
TRA CALA AZZURRA E IL BUE MARINO LA REGIONE STA PER COSTRUIRE UNA
NUOVA CENTRALE A
CARBONE, “GARANTENDO”
AD UNA DELLE PIU’ BELLE PERLE DEL MEDITERRANEO UN FUTURO FATTO
DIALTRI 30 ANNI DI
BETTOLINA.
2.
IL REFERENDUM considerazioni “tecniche” e di merito
Il
quesito è molto semplice e la sua “genesi” può essere così
ricostruita:
- SITUAZIONE PRIMA DELLO “SBLOCCA ITALIA”: per legge, entro le 12 miglia marine (22,2 Km) delle acque territoriali italiane NON SI POSSONO AUTORIZZARE NUOVE TRIVELLAZIONI, pertanto le concessioni presenti dureranno FINO ALLA NATURALE SCADENZA e poi non si potranno più rinnovare né se ne potranno concedere di nuove;
- Al termine delle concessioni per gli impianti ad oggi esistenti entro le 12 miglia, le compagnie beneficiarie della concessione DOVRANNO SMANTELLARE A LORO SPESE le piattaforme.
Intervengono
le previsioni dello “SBLOCCA ITALIA” che, semplificando,
recitano:
“GLI IMPIANTI ATTIVI ENTRO LE 12
MIGLIA MARINE POTRANNO CONTINUARE LA LORO ATTIVITA’ ESTRATTIVA
ANCHE DOPO LA NATURALE SCADENZA DELLA CONCESSIONE, E FINO A QUANDO IL
GIACIMENTO NON SARA’ ESAURITO”.
Rischio:
pur di non sobbarcarsi i notevoli costi dello smaltimento, le
compagnie potrebbero continuare
a mantenere in funzione gli impianti
anche in presenza di produzioni irrisorie
(perché gli costerebbe meno mantenere attive piattaforme spesso
totalmente automatizzate, senza un solo addetto a bordo, piuttosto
che smantellarle).
Da qui
il quesito referendario (ABROGATIVO: SI VOTA SI
PER DIRE NO
ALLA PREVISIONE DELLO SBLOCCA ITALIA), in linguaggio semplificato:
“volete voi che, quando
scadranno le concessioni, vengano fermati gli impianti in attività
nelle acque territoriali italiane, anche se il giacimento non è
ancora esaurito?”
(il
Referendum non riguarda le attività estrattive in terraferma, né
riguarda quelle in mare a una distanza superiore alle 12 miglia,
ovvero in acque internazionali)
Esaminiamo
le principali obiezioni che i sostenitori del NO, o gli indecisi,
muovono a chi chiede di votare SI.
- ma GIA’ CHE CI SONO, non vale la pena lasciare che tirino fuori tutto quello che c’è ancora da estrarre?
RISP:
dopo che saranno stati estratti quei combustibili saranno avviati
principalmente all’estero, lasciando sul territorio royalties
bassissime (le più basse d’Europa) e poi saranno utilizzati e
produrranno gas serra. Ciascuno di noi ANDANDO
A VOTARE, decida se vuole
continuare a perseguire la strada di una produzione energetica
INQUINANTE, PERICOLOSA, NON RINNOVABILE o dare il messaggio che
dobbiamo strare al passo con gli altri paesi che si stanno INNOVANDO,
che investono sulle RINNOVABILI, e dicono definitivamente ADDIO ai
COMB.LI FOSSILI.
- se non li esauriamo “noi” (abbiamo già detto dove finisce ciò che le compagnie straniere estraggono, ecco perché il virgolettato) quei giacimenti, lo faranno altri con altre “cannucce” infilate, sullo stesso giacimento, magari da acque territoriali croate o libiche!
RISP:
corrisponde un po’ alla logica “se non lo rubo io lo ruba qualcun
altro”. Comunque: non esiste il minimo dubbio che vada fatta una
messa al bando internazionale per la CHIUSURA
DEFINITIVA ED IMMEDIATA DI TUTTE
LE TRIVELLE NEL MAR MEDITERRANEO.
Perché se sono pericolose ovunque, figuriamoci in un mare chiuso,
con scarsa rigenerazione, che sta
già soffrendo per
l’inquinamento, per l’innalzamento della temperatura ecc.
Questa,
guarda caso, è la
posizione che sta assumendo la Francia
dopo che qualche giorno fa, per un incidente ad una conduttura della
Total, sono state riversate nella
Loira 380mila litri di greggio.
- Con la cessazione di quegli impianti si perderanno dei posti di lavoro!
RISP:
Intanto, se non fosse intervenuto lo Sblocca Italia (o se vincerà il
SI) la cessazione di quegli impianti sarebbe rimasta (o tornerà ad
essere) LA SCADENZA NATURALE DELLE CONCESSIONI. Per cui è normale
ritenere che le compagnie avessero comunque predisposto un “piano
di riposizionamento” del proprio personale. Dopodichè anche per lo
smantellamento si creeranno posti di lavoro (una volta tanto pagati
dalle stesse compagnie che, per tutta la durata della concessione,
hanno fatto utili grazie ad una risorsa nostra, a fronte delle
royalties più basse d’Europa).
LA
TUTELA DEI LIVELLI OCCUPAZIONALI E’ SEMPRE UNA PRIORITA’ ASSOLUTA
E LO E’ ANCORA DI PIU’ IN UNA CONGIUNTURA ECONOMICA NEGATIVA.
MA
E’ RESPONSABILITA’ DI CI GOVERNA PRENDERE ATTO ANCHE DELLA
INSOSTENIBILITA’
DI UN SISTEMA
E ORIENTARE, DI CONSEGUENZA, LA STRATEGIA DI SVILUPPO DI UNA NAZIONE
VERSO LA RICONVERSIONE
DELLE PROFESSIONALITA’ “A RISCHIO”, CHE NON
E’ MAI SEMPLICE, VELOCE E INDOLORE.
SERVE
AVERE IL CORAGGIO DI UNA VISIONE
DI FUTURO, MA I
DATI OGGETTIVI NECESSARI
AD ORIENTARE LE SCELTE CHE
CHI CI GOVERNA DEVE FARE
(SE E’ UN VERO
LEADER POLITICO), CI
SONO:
3.
IL REFERENDUM considerazioni di impatto ambientale
I
sostenitori del NO affermano che “IN ITALIA NON POTREBBE
VERIFICARSI UN DISASTRO COME QUELLO TERRIBILMENTE INQUINANTE DEL
GOLFO DEL MESSICO” (11
morti, 550mila tonnellate di greggio in mare pari a 780 milioni di
litri, danni ancora oggi difficili da quantificare, si
veda in allegato l’articolo tratto dal sito ENEA),
MA NON LO ESCLUDONO.
Insomma
ci dicono che il rischio di
un incidente esiste ma è molto
piccolo (NESSUNO
PUO’ DI FATTO ESCLUDERE UN INCIDENTE AD UNA PIATTAFORMA OFFSHORE).
Non
dobbiamo farci trarre in inganno: basta possedere rudimenti di
Protezione Civile per sapere che LA
PROBABILITA’ CHE UN CERTO EVENTO AVVERSO ACCADA è
connessa alla PERICOLOSITA’, NON AL RISCHIO.
IL
RISCHIO IN REALTA’ si ottiene mettendo in relazione (MOLTIPLICANDO)
una data PERICOLOSITA’ di un EVENTO con l’ENTITA’
DEGLI ESPOSTI (cioè la
quantità e il tipo di “BENI” che potrebbero essere interessati
negativamente dal verificarsi di quell’evento).
Un
esempio: due frane del
tutto identiche, con la
STESSA PERICOLOSITA’ (valutata come PROBABILITA’ di uno
scivolamento a valle in caso di forti piogge).
La
prima “minaccia” un centro abitato, la seconda una zona deserta.
La
PERICOLOSITA’ E’ LA STESSA, ma il RISCHIO E’ ENORMEMENTE
DIVERSO.
Siamo
in un mare chiuso, in Italia e nel Mediterraneo abbiamo ENORMI
E POTENZIALMENTE INESAURIBILI GIACIMENTI NATURALI e CULTURALI
(agricoltura, turismo, enogastronomia, tipicità, biodiversità,
patrimoni immateriali, ecc. ecc.) SUI QUALI POSSIAMO
E DOBBIAMO COSTRUIRE IL
NOSTRO FUTURO:
ebbene,
GLI
“ESPOSTI” IN CASO DI INCIDENTE SONO ENORMEMENTE GRANDI,
da poterci permettere anche una PICCOLA PROBABILITA’ CHE
L’INCIDENTE ACCADA.
LA
PROVOCAZIONE: che ne dite se per una volta in Italia non aspettassimo
un disastro per prendere la decisione giusta?
Naturalmente
mantenendo “accesa”, anche dopo la vittoria del SI, la
consapevolezza che occorre una messa al bando completa delle Trivelle
in TUTTO
IL MEDITERRANEO.
4.
IL REFERENDUM considerazioni di natura politica
Governo
Renzi, SE NON VISIONARI,
almeno persone COERENTI!
LA
FIRMA DELL’ACCORDO DI PARIGI IMPLICA LA NECESSITA’ DI SCELTE
COERENTI CHE SE ANCHE NON
POSSONO (o non vogliono) PREVEDERE L’IMMEDIATO STARVOLGIMENTO DELLA
SRTATEGIA ENERGETICA NAZIONALE, devono almeno FARCI PERCEPIRE CHE SI
STA AVVIANDO LA
NECESSARIA TRANSIZIONE.
Tanto
più che non si tratta di trovare il coraggio di un cambiamento,
bensì di MANTENERE UNO
STATUS QUO REGOLAMENTARE “EX ANTE”
(e quindi rispettare il potere legislativo che ci aveva condotto a
quella norma) CHE GIA’
PREVEDEVA LA
CHIUSURA DI QUEGLI IMPIANTI A FINE CONCESSIONE E L’IMPOSSIBILITA’
DI AUTORIZZARNE ALTRI.
Un
esponente del partito di governo in una trasmissione televisiva ha
detto che “NON POSSIAMO CARICARE IL REFERENDUM DI SIGNIFICATI CHE
NON HA”.
Non è
mia intenzione parlare male in questo contesto (in cui il focus è su
un bene comune, per definizione TRASVERSALE, che non va
strumentalizzato) di una forza politica AVVERSARIA rispetto a quella
che sostengo: mi prendo però la libertà di CRITICARE le ISTITUZIONI
che ci governano, perché esse SONO
DI TUTTI.
Il
Governo
è palesemente coinvolto nello scandalo di “TRIVELLOPOLI”.
Prima
ha tentato di far inserire alle quattro di notte un emendamento
spudoratamente a favore delle compagnie petrolifere e delle lobby che
le sostengono, per non parlare dei fidanzati di Ministri della
Repubblica.
Scoperto
da un parlamentare del M5S l’emendamento è stato ritirato e
successivamente ripresentato all’interno della Legge di Stabilità
a firma del Ministro M. Elena Boschi, e approvato per imposizione
della fiducia.
La
reazione del Presidente del Consiglio incredibilmente è simile a
quella a suo tempo utilizzata da Silvio Berlusconi (fortemente
attaccato anche per questo dal PD): “serve
una nuova legge: basta alle intercettazioni”.
Atteggiamento che puoi permetterti, eventualmente, solo quando non
sei appena stato colto con le mani nella marmellata.
Il
Governo (nel tentativo di ostacolare il raggiungimento del quorum)
non concede l’accorpamento
del Referendum con le prossime elezioni amministrative di maggio,
causando così l’inutile esborso di 300
milioni di euro di soldi
pubblici, con i quali si sarebbero potute realizzare alcune
misure certamente più urgenti e utili per la collettività.
Che
dire della decisione da parte del Ministero dell’Interno di inviare
ai Sindaci e ai Consigli Comunali una missiva, richiamando un
articolo di legge del 2000, in
cui si impone a chi copre ruoli istituzionali il divieto di parlare
del Referendum nei Consigli Comunali?
Che
dire del silenzio
assordante del Quirinale
sugli ultimi scandali che hanno coinvolto il Governo Renzi?
Tutte
constatazioni che spingono alla CONSAPEVOLEZZA CHE LA
DEMOCRAZIA IN ITALIA SIA SOSTANZIALMENTE SOTTO ASSEDIO.
E’
del tutto inaccettabile che l’esecutivo e i membri del partito che
lo esprime, ci spingano ad astenerci dal manifestare un opinione di
merito sull’operato di chi ci governa.
In
fondo il Referendum è l’unico strumento con il quale al popolo
viene garantita la possibilità di essere protagonista di un momento
di DEMOCRAZIA DIRETTA.
5.
La “STAGIONE DEI COMITATI” non deve finire
Stiamo
forse vivendo una “nuova primavera” in termini di Cittadinanza
Attiva e di attaccamento ai Beni Comuni.
Questa
stagione non può e non deve chiudersi con l’esperienza
referendaria sulle TRIVELLE, perché LE
ENERGIE MOBILITATE vanno mantenute ATTIVE
per combattere, non troppo lontano nel prossimo futuro, Le scellerate
previsioni dello “Sblocca Italia” su un altro fronte: QUELLO
DELL’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI.
Le
previsioni di costruire in Sicilia un certo numero di INCENERITORI
sono in totale e netto contrasto con le recenti direttive europee in
tema di ECONOMIA CIRCOLARE.
Prepariamoci
dunque a contrastare sia l’INCENERIMENTO
DIRETTO dei rifiuti, sia
la TRASFORMAZIONE (con DISCUTIBILI e PARZIALI trattamenti meccanici e
biologici che NON
SONO FINALIZZATI all’ulteriore recupero di MATERIA) dei rifiuti in
COMBUSTIBILE SOLIDO
SECONDARIO (CSS) da
impiegare in Centrali Termiche riconvertite o nei Cementifici (con un
grave peggioramento delle emissioni di tali impianti e un serio ed
insostenibile rischio per la salute dell’uomo e per la salubrità
dell’ambiente).
NO,
ALL’INCENERIMENTO
NO,
ALLA FILIERA DELL’INCENERIMENTO CAMUFFATO
Buon
Referendum.
Luca
Boccalatte per Il Grillo di Castelbuono
Allegati:
Danni nel Golfo del Messico
Canarie autosufficienti
Allegati:
Danni nel Golfo del Messico
Canarie autosufficienti